INGEGNERIA: Il più grande impianto waste-to-energy al mondo sarà costruito in Cina

SHLA_0-640x360La sperimentazione di sistemi ecologici per produrre energia dal recupero dei rifiuti rappresenta una sfida sempre più ardua nell’ottica ambientale, considerando il problema della crescita costante dei rifiuti nel pianeta. Il concorso internazionale per la progettazione del più grande impianto waste-to-energy al mondo, a Shenzhen in Cina, ha visto vincitore il progetto di Schmidt Hammer Lassen Architects eGottlieb Paludan Architects, due studi di architettura scandinavi che hanno saputo controllare le esigenze di un impianto così imponente attraverso un layout compatto e funzionale, elaborando un disegno sostenibile.

L’approccio progettuale di schmidt hammer lassen architects è molto ampio; oltre alla realizzazione di numerosi complessi culturali come il Malmo Live in Svezia, o la biblioteca Dook1 in Danimarca, lo studio si occupa di rinnovamenti edilizi (riconversione della centrale di Vejle) e di soluzioni ambientali e sostenibili come lo stabilimento waste-to-energy.

Il progetto di questa centrale, denominata “Shenzhen East Waste-to-Energy Plant”, si inserisce nel paesaggio montuoso della città con un edificio dalla forma circolare destinato ad ospitare un impianto tecnologico pulito e avanzato per la combustione di circa 5.000 tonnellate di rifiuti al giorno, con conseguente produzione di energia (questa quantità corrisponde a un terzo dei rifiuti prodotti dalla popolazione della città che conta 20 milioni di abitanti).

Molte sono le particolarità del progetto, tematizzato dagli architetti seguendo un concept fuori dagli schemi convenzionali. L’inceneritore si trasforma infatti in un centro di apprendimento ed educazione ambientale poiché tutti i macchinari tecnologici, come turbine o bunker, sono lasciati a vista per permettere ai visitatori di osservare in sicurezza ogni parte del processo di conversione. Un apposito percorso interno a passerella circonda l’impianto e si affaccia verso la grande sala macchine, concepita come un ambiente unico con pareti a prova di odori e rumori. Se generalmente questi stabilimenti industriali presentano un modello rettangolare, quello di Shenzhen è stato studiato con unaconfigurazione circolare (diametro di circa 1,3 km) per ridurre l’impronta dell’edificio sul terreno, contenere le operazioni di scavo necessarie e mantenere la struttura il più compatta possibile (raggruppando in un’unica costruzione anche le funzioni ausiliarie).

Particolare attenzione è stata inoltre rivolta allo studio volumetrico del fabbricato, pensato come un ring avvolto da una facciata che si snoda come un nastro, dotata di aperture che consentono la ventilazione naturale. Per ottimizzare il volume dell’edificio, la facciata è stata ulteriormente modellata e la copertura resa inclinata, assecondando le esigenze e le altezze dei macchinari.

Ma c’è di più. L’impianto è in grado di produrre energia supplementare oltre a quella prodotta dai rifiuti, tramite pannelli solari installati sul tetto come fonte di energia rinnovabile. Su una superficie di 66.000 mq, due terzi saranno ricoperti da pannelli fotovoltaici mentre il terzo restante sarà utilizzato per la vegetazione, i lucernari e il sistema di raccolta e riciclaggio delle acque.

Il progetto paesaggistico sottolinea la circolarità dell’edificio con una serie digiardini radianti attraversati da ponti di collegamento che consentono l’ingresso all’edificio. La rampa di accesso per il pubblico è quella che si erge tra le due ciminiere; essa conduce direttamente ad una piattaforma affacciata sui macchinari dedicata proprio ai visitatori, i quali possono avventurarsi nell’itinerario circolare che illustra le fasi di lavorazione. Un secondo percorso panoramico si snoda invece in copertura per godere di una splendida vista della natura montuosa di Shenzhen. Secondo le previsioni lo stabilimento waste-to-energy potrà essere operativo a partire dal 2020. (FONTE: ingegneri.info)

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.