Manovra, l’Ania chiede due anni in più per il superbonus del 110%

Al via davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato le audizioni alla legge di bilancio per il 2021. L’Abi chiede la conferma della moratoria e il rifinanziamento del fondo di garanzia. Commercialisti: risorse per la riforma fiscale insufficienti e stop agli Isa.

È partito il giro di audizioni delle commissioni Bilancio di Camera e Senato sul Disegno di legge di Bilancio presentato a Montecitorio dal Governo con oltre un mese di ritardo rispetto dal primo via libera, salvo intese, del Consiglio dei ministri del 18 ottobre 2020.

Tra le richieste formulate dalle associazioni di categoria segnaliamo quelle dell’Ania, che raggruppa le società di assicurazione, sulla necessità di una proroga almeno biennale del superbonus del 110% per i lavori di efficientamento energetico e di messa in sicurezza degli edifici. C’è l’Abi, che chiede, per conto del mondo del credito, la conferma della moratoria dei crediti, il rifinanziamento del fondo di garanzia e il potenziamento del bonus per la capitalizzazione delle imprese. I commercialisti bocciano i fondi per la riforma fiscale e chiedono uno stop per il 2021 alle pagelle fiscali e alle presunzioni per le società di comodo, proprio alla luce di risultati economici travolti dalla pandemia economica generata dal coronavirus. Il mondo del gioco, invece, chiede un riordino delle regole denunciando un profondo rosso per il 2020 con perdite vicine al 50 per cento.

www.progettoalbatros.net – Software per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri.
Scarica il TRIAL dal nostro sito… E’ GRATUITO

Ania – Due anni di proroga per il superbonus del 110%
Prorogare per almeno due anni il superbonus del 110% introdotto dal decreto Rilancio per gli interventi di riqualificazione energetica e di messa in sicurezza da rischi sismici degli edifici. A unirsi al coro degli ultimi giorni è il presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, in audizione davanti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato sulla manovra. «Se la proroga non può essere fatta in legge bilancio – ha sottolineato Farina – tenendo conto che gli operatori hanno bisogno di un orizzonte più lungo per la messa a terra di interventi agevolati, servirebbe comunque un impegno vincolante alla proroga se si decidesse di spostarla nei progetti di Next Generation Eu». Inoltre per l’Ania il superbonus andrebbe esteso «al patrimonio immobiliare delle società che gestiscono il risparmio previdenziale e assicurativo e di lungo termine delle famiglie italiane», sottolineando che l’introduzione del 110% metterebbe «in moto risorse stimabili nel 20% di un patrimonio di oltre 120 miliardi di euro».

Abi – Conferma della moratoria e del bonus capitalizzazioni
Una proroga delle moratorie «accompagnata dal mantenimento delle flessibilità dei regolamenti» e rifinanziamento, in particolare per il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, che si riferisca anche al «fondo di garanzia per le imprese agricole gestito dall’Ismea». A chiederlo è il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, audito da senatori e deputati sulla legge di bilancio. Sabatini, inoltre, oltre a chiedere il potenziamento di queste misure ha inviato il legislatore a «valutare con attenzione il passaggio dell’operatività a sostegno delle medie imprese, dal fondo di garanzia per le piccole e medie imprese alla Sace, in particolare in relazione agli effetti di continuità del supporto alle imprese, in vista delle modifiche di modelli operativi». Necessari, infine, secondo l’Abi, una «ulteriore valorizzazione agli incentivi alla capitalizzazione, in particolare attraverso l’adozione di un’aliquota maggiorata da applicare agli incrementi di capitale realizzati in un determinato arco temporale» e, ulteriori incentivi all’assunzione dei giovani. Nodo da affrontare resta sempre quello di una «giustizia civile più veloce ed efficiente. La lentezza della giustizia civile e delle procedure di recupero del credito, infatti, – ha sottolineato Sabatini – ha contribuito in modo significativo all’aumento di crediti deteriorati».

Commercialisti – Risorse insufficienti per la riforma fiscale e stop agli Isa
«Le risorse messe a disposizione della riforma fiscale, rinviata al 2022, sono nella sostanza 2,5 miliardi di euro per l’anno 2022 e 1,5 miliardi di euro a regime a decorrere dal 2023. Si tratta di uno stanziamento sostanzialmente inconsistente rispetto ad un obiettivo di riforma dell’intero sistema fiscale». Non hanno dubbi i commercialisti sulla reale consistenza delle promesse di una riforma fiscale equa e soprattutto in grado di ridurre la pressione fiscale. Almeno è l’impressione emersa ascoltando il Consigliere nazionale dei commercialisti delegato alla fiscalità, Maurizio Postal, nel corso dell’audizione sulla manovra presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato. «Degli 8 miliardi di euro per l’anno 2022 e 7 miliardi di euro a regime dall’anno 2023, 5,5 miliardi – sottolineano i commercialisti – sono infatti destinati alla riforma dell’assegno unico per i figli».

E per capire quanto sia ridotte le risorse messe a regime per la riforma«1,5 miliardi», rispetto ad un obiettivo di riforma dell’intero sistema fiscale, ha proseguito Postal, «basti pensare che la relazione tecnica al disegno di legge di bilancio quantifica una somma doppia, ossia 3 miliardi di euro, già solo per mettere a regime la cosiddetta «detrazione aggiuntiva di lavoro dipendente», che parte da 1.200 euro in corrispondenza di 28.000 euro di reddito imponibile e si azzera in corrispondenza di 40.000 euro di reddito imponibile. Con 1,5 miliardi di euro a regime si riuscirebbe a coprire solo metà di questa singola misura, figuriamoci impostare una riforma generale del sistema fiscale, o anche solo dell’Irpef, finalizzata alla riduzione della pressione fiscale». Perchè allora, ha chiesto Postal, non utilizzare queste risorse «per potenziare e rilanciare la flat tax, senza intervenire sul tetto di ricavi o compensi, piuttosto estendendo la flat tax ai soci dello studio associato, anche come stimolo alle aggregazioni per altro rilanciate con l’articolo 39 della disegno di legge».

La scelta di investire in questa fase storica ulteriori 3 miliardi di euro a regime per ridurre la pressione fiscale sui contribuenti con redditi da 28.000 a 40.000 euro – ha commentato ancora Postal – ma soltanto se titolari di redditi di lavoro dipendente, contribuisce ulteriormente ad allontanare la possibilità di un riordino complessivo dell’Irpef nel segno di una equità non soltanto verticale, ma anche orizzontale della curva della progressività. In questo modo si «continua con la divaricazione delle curve della progressività tra dipendenti, pensionati e autonomi».

Tra le lacune del Ddl di bilancio la disapplicazione generalizzata, per l’anno 2020, degli Indicatori sintetici di affidabilità fiscale, i cosiddetti Isa, e delle presunzioni in materia di società di comodo. «Crediamo non serva dire nulla, ha sottolineato Postal, che non sia già sotto gli occhi di tutti, sulla natura assolutamente anomala, dal punto di vista delle dinamiche economiche, dell’anno 2020, rispetto a situazioni di normalità economica. È dunque evidente che indicatori e presunzioni tarate appunto su situazioni di normalità sono comunque destinati a una disapplicazione generalizzata in un anno completamente anomalo come il 2020». Sarebbero sufficienti «due righe da inserire nella legge di bilancio» per normare questa «lapalissiana evidenza di fatto, oppure se si preferisce ancora una volta lasciare il tutto ad adempimenti, istanze di interpello e quant’altro, in un trionfo di inutile burocrazia tanto dal punto di vista dei contribuenti, quanto dal punto di vista dell’Amministrazione finanziaria».

Sistema gioco Italia – Profondo rosso per il gaming
L’anno 2020 è in profondo rosso per il gioco pubblico. Secondo le stime elaborate da Sistema gioco Italia l’anno 2020 per il mercato fisico dei punti vendita di tutti i tipi, dal Superenalotto alle scommesse e agli apparecchi, si chiuderà con -48-50% rispetto al 2019. E non va meglio sul mercato online che, sempre secondo le stime di Sistema gioco Italia, potrebbe chiudere con un -25%. A snocciolare i dati e le difficoltà dell’intero settore del gioco alle prese non solo con le chiusure anti pandemia ma con una regolamentazione statale, regionale e locale spesso sovrapposta e in contraddizione una con l’altra soprattutto in tema di orari di apertura e di distanze, e con il divieto di pubblicità introdotto due anni fa dal decreto dignità, è stato Giovanni Emilio Maggi, consigliere di Sistema Gioco Italia, nel corso dell’audizione sulla manovra davanti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, sottolineando che c’è un calo «secco di 25 punti di giocate che sono sparite o che si sono spostate verso un altro canale». Senza dirlo, quello del gioco illegale. (fonte)

About Mario Ferraioli 4038 Articles
MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.