Sicurezza strutture ospedaliere: valutazione rischio strutturale e interventi di miglioramento

La verifica della vulnerabilità sismica degli edifici di carattere strategico come gli ospedali non deve essere sottovalutata. Ce lo spiega l’Ing. Andrea Timpani, responsabile del Centro di formazione ed esame RINA di Modena

Strumenti e competenze in mani esperte e sicure, permettono oggi di “penetrare” l’edificio, svelarne la struttura, conoscerne il comportamento e analizzarne la vulnerabilità in modo completamente non invasivo o semi invasivo, risparmiare oggi assicurando l’integrità nel domani.

La valutazione dei rischi, è la base della programmazione di interventi di miglioramento al fine di prevenire o ridurre i rischio le eventuali conseguenze in caso di incidente o infortunio. Il processo di valutazione dei rischi è un attività dinamica che non si conclude con la pianificazione di interventi di miglioramento – che possono essere impiantistici, strutturali, formativi, organizzativi o gestionali- in quanto la procedura di valutazione, per essere funzionale, deve necessariamente essere costantemente attuata, migliorata e adattata ai cambiamenti naturali di un ambiente in continuo movimento come quello ospedaliero.

La verifica della vulnerabilità sismica degli edifici di carattere strategico come gli ospedali non può e non deve essere sottovalutata, come molto spesso accade.

In letteratura sono attualmente disponibili vari metodi di diversa complessità ed accuratezza. Le verifiche tecniche devono essere realizzate seguendo laprocedura contenuta nell’allegato tecnico dell‘ordinanza PCM 3274/2003 (e s.m.i.), la quale è pienamente compatibile con le disposizioni contenute nelle nuove Norme Tecniche delle Costruzioni (NTC08, d.m. 14/1/2008).


PROGETTO ALBATROS Software per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri

WEB SITE:  www.progettoalbatros.net


 

Il rischio si può definire come il prodotto della probabilità di occorrenza dell’evento sismico e il livello atteso di scuotimento del suolo (magnitudo o accelerazione di picco, pericolosità sismica).

Si deduce quindi che il modo più semplice per ridurre il rischio sismico è minimizzare il livello di vulnerabilità degli edifici, mediante interventi di nuova costruzione o di adeguamento di strutture esistenti.

Le Nuove norme tecniche per le costruzioni del 14/1/2008 e la circolare C.S.LL.PP. n 617 del 2/2/2009, insistono sull’obbligatorietà di indagare approfonditamente la struttura tramite un’analisi storica, operazioni di rilievo e indagini sperimentali.

Le norme non lasciano dubbi sul tipo di controllo e la quantità dei controlli da attuare (distruttivi, non distruttivi e semidistruttivi) a seconda della tecnologia e tipologia del costruito, per esempio su struttura portante in mattoni pieni oppure a telaio in calcestruzzo armato.

Infatti la circolare esplicativa n. 617 del 2 febbraio 2009, nell’Appendice al cap. 8, prevede per gli interventi su costruzioni esistenti l’impiego, la sostituzione dei controlli distruttivi indicati dalla norma, con metodi non distruttivi. Il ricorso a tecniche non distruttive non può superare il 50 % dei minimi controlli distruttivi previsti e deve essere almeno pari al triplo dei controlli sostituiti.

È importante sottolineare che la quantità e la qualità delle prove eseguite ha la funzione di innalzare il livello di conoscenza della struttura, agevolando il progettista in fase di calcolo e consentendo di poter utilizzare dei fattori di confidenza più bassi.

L‘esperienza del progettista e dei tecnici che svolgono i controlli è fondamentale nella scelta della tipologia e la quantità di prove, anche se la norma, a seconda del livello di conoscenza della struttura che si intende raggiungere, impone una campagna di indagine con caratteristiche molto precise che dipende dal livello di approfondimento desiderato.

Ai fini della scelta del tipo di analisi e dei valori dei fattori di confidenza si distinguono infatti i tre livelli di conoscenza seguenti:

LC1: Conoscenza Limitata; 
 LC2: Conoscenza Adeguata; 
 LC3: Conoscenza Accurata.

Gli aspetti che definiscono i livelli di conoscenza sono:

  1. Geometria: le caratteristiche geometriche degli elementi strutturali;
  2. Dettagli strutturali: quantità e disposizione delle armature (c.a.), collegamenti tra elementi strutturali (acciaio), collegamenti tra elementi strutturali diversi, consistenza degli elementi non strutturali collaboranti.
  3. Materiali: proprietà meccaniche dei materiali.

Il numero dei controlli da eseguire, dipende inoltre dalle caratteristiche portanti dell’edificio: muratura o cemento armato.

Per quanto riguarda ad esempio gli edifici a telaio in calcestruzzo armato e tamponamenti non strutturali viene previsto in prima battuta un rilievo della struttura(e relativa verifica di conformità con i disegni strutturali eventualmente presenti) ed in secondo luogo una prova sui materiali in numero variabile a seconda del tipo di approfondimento che si vuole raggiungere.

Ad esempio, per attuare verifiche non distruttive, la metodologia SonReb – tecnica combinata di prove ultrasoniche e sclerometriche – consente di identificare le caratteristiche di resistenza del calcestruzzo senza comprometterne l’integrità, diminuendo i carotaggi e quindi eventuali costi di ripristino.

È importante sottolineare che le prove distruttive, ovvero i carotaggi, risultano abbastanza “aggressive” nei confronti degli elementi strutturali e che potrebbero, soprattutto nel caso di edifici vetusti, indebolire notevolmente la struttura. È quindi consigliabile eseguire il numero minimo consentito di prove distruttive in modo che siano distribuite il più possibile in tutta la struttura.

Oltre alle indagini volte all’acquisizione delle caratteristiche del calcestruzzo, è di fondamentale importanza un’accurata conoscenza delle armature, la quale può essere acquisita attraverso saggi e relative ispezioni visive e ab- binando questo tipo diindagine con quella di tipo magnetometrica.

L’utilizzo del pacometro infatti, consente di individuare l’esatta posizione delle armature strutturali e di stimarne copriferro e spessore.

L’acquisizione di nozioni dell’edificio da un punto di vista strettamente strutturale è quindi fondamentale ma in alcuni casi potrebbe non essere sufficiente: a seconda del tipo di struttura e di tecnologia del costruito è infatti auspicabile approfondire la conoscenza anche degli elementi non strutturali, come le controsoffittature, i cornicioni e tutti quegli elementi che in caso di evento sismico potrebbero causare danni a persone o cose. Tale approfondimento può essere agevolato dall’utilizzo di alcune tecniche dia- gnostiche non distruttive, come l’indagine termografica, che per esempio può individuare distacchi degli intonaci, oppure l’analisi sonica, che consente di identificare anomalie nella tessitura muraria in modo puntale ed esteso ad invasività nulla.

Per i Controlli Non Distruttivi, si consiglia prima di affidare un incarico ad un tecnico,di pretendere che sia fornito regolare certificato abilitante rilasciato da un organismo certificatore riconosciuto ed autorevole.

È inoltre considerata come condizione imprescindibile quella che le indagini e le relazioni redatte in corso di verifica siano eseguite da operatori certificati almeno di II livello nelle metodologie applicate al fine di garantire la ripetibilità della prova e l’attendibilità dei risultati, ottenuti nel rispetto della procedura.

La certificazione è prevista in tutti i metodi civili, ed è comunque un requisito indispensabile anche per chi vuole utilizzare i CND (Controlli Non Distruttivi) limitatamente alla conoscenza pura dello stato di degrado dei materiali semplici.

About Mario Ferraioli 4038 Articles
MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.