Smart working: arriva la proroga. Benefici alla portata di tutti

Grazie al decreto legge n. 83/2020 arriva una doppia proroga per lo smart working: la prima è fino al 14 settembre la seconda al 15 ottobre. Il primo caso coinvolge i lavoratori che abbiano figli fino a 14 anni, la seconda riguarda i dipendenti cosiddetti fragili o disabili e per quanti abbiano all’interno del proprio nucleo familiare una persona con disabilità grave.

Grazie al decreto legge n. 83/2020 arriva una doppia proroga per lo smart working: la prima è fino al 14 settembre la seconda al 15 ottobre. Il primo caso coinvolge i lavoratori che abbiano figli fino a 14 anni, la seconda riguarda i dipendenti cosiddetti fragili o disabili e per quanti abbiano all’interno del proprio nucleo familiare una persona con disabilità grave.

Ricordiamo che lo smart working, ossia il lavoro agile, non è un vero e proprio contratto di lavoro. E’ semplicemente e banalmente un modo per svolgere le proprie mansioni. Coinvolge principalmente i dipendenti e prevede l’esecuzione del proprio lavoro in parte in azienda e in parte a casa (od in altro luogo a libera scelta del lavoratore). Prevede la più ampia libertà di gestire il proprio lavoro, senza vincoli di orario e la possibilità di utilizzare gli strumenti tecnologici per svolgere le proprie mansioni.

Smart working ai tempi del coronavirus!

Senza dubbio l’utilizzo dello smart working ha ricevuto un’impennata nel periodo del lockdown. Tutti quei lavoratori che potevano continuare a svolgere le proprie mansioni da casa senza recarsi in ufficio ne hanno scopero i vantaggi. O anche gli svantaggi, ma qui sarebbe necessario analizzare caso per caso.

L’attivazione dello smart working, in tempi normali, è generalmente vincolata agli accordi che intercorrono tra il datore di lavoro ed il dipendente, per regolamentare tempi e modalità di utilizzo. Nel periodo del coronavirus ci sono state alcune proroghe operative, che avevano lo scopo di semplificare tutte le procedure.

Soffermiamoci alle proroghe che sono arrivate in questi giorni. La prima è dell’art. 90, comma 1, del dl n. 34/2020, convertito in legge n. 77/2020. Questa proroga prevede che i lavoratori del settore privato, che siano genitori di un ragazzo con meno di 14 anni, hanno diritto allo smart working anche se non sono stati presi degli accordi individuali. Purché, ovviamente, l’attività lavorativa sia compatibile con il lavoro agile.

La seconda proroga, invece, introdotta con l’art. 90, comma 2, del dl n. 34/2020 e dell’art. 39 del dl n. 18/2020, convertito dalla legge n. 27/2020 prevede che abbiano diritto allo smart working i lavoratori che, anche in assenza di  accordi individuali, siano maggiormente esposti al rischio contagio Covid 19. La valutazione deve essere effettuata dal medico di fabbrica, in ragione dell’età o condizione di rischio. Rientrano in questa seconda proroga anche i lavoratori disabili gravi e quanti abbiano all’interno del proprio nucleo familiare una persona affetta da disabilità grave. Ovviamente lo smart working deve essere compatibile con le attività svolte dal lavoratore.

Smart working e pubblica amministrazione

Come si sta muovendo, invece, la PA? Fabiana DadoneMinistro della Pubblica Amministrazione, spiega che gli uffici pubblici hanno previsto dei reingressi con delle turnazioni e con delle fasi di accesso che sono scaglionate per tutelare la sicurezza sia per chi accede agli uffici pubblici che dei lavoratori, che devono comunque continuare a mantenere il distanziamento.

Ora durante la fase del lockdown per continuare a garantire i servizi, siamo passato dalla sperimentazione del lavoro agile ad un lavoro agile a regime – spiega la Dadone -. Ora si tratta , invece, di  portare il lavoro agile, come il co-working o come la rotazione all’interno degli uffici, tra qui e fine anno al 50%.

Tiziano Treu, presidente del Cnel, ritiene che lo smart working, che è stato molto utile nel corso dell’emergenza, adesso come adesso sarebbe necessario renderlo strutturale.

In questi 100 giorni l’Europa è cambiata più che in trent’anni – spiega Treu – è importante fare il miglior uso delle risorse comuni nella direzione indicata dalla Commissione europea per gestire in modo innovativo le due grandi transizioni, quella digitale e quella verde.

Otto milioni di Italiani lavorano da casa!

Stando ad alcune stime della Cgil Nazionale e della Fondazione Di Vittorio, prima dell’emergenza coronavirus erano grosso modo 500.000 le persone che lavoravano da casa. Questa cifra è lievitata a causa del lockdown e adesso si è arrivati a quota 8 milioni persone. Non avrebbe molto senso tornare indietro.

La pandemia da Covid-19 ha cambiato radicalmente il lavoro e l’organizzazione aziendale, nelle imprese come nelle pubbliche amministrazioni – spiega Treu -. Lo smart working è stato uno strumento molto utile durante l’emergenza, ora occorre renderlo strutturale. Il grande numero di contratti scaduti e la nuova stagione della contrattazione che si sta aprendo non può non tenerne conto.

Secondo Tania Scacchetti, segretario confederale della Cgil nazionale l’introduzione dello smart working nelle Pubbliche Amministrazioni può essere un importante strumento di innovazione dell’organizzazione del lavoro.

Inefficaci o non sempre positive però, – prosegue la Scacchetti – appaiono le norme che finora si sono susseguite sulla materia. Dai provvedimenti che hanno imposto l’utilizzo dello strumento anche in assenza di qualsiasi regolamentazione, all’ultimo emendamento alla conversione in legge del decreto rilancio che impone delle percentuali rigide sul personale coinvolto, ritroviamo sempre la stessa logica: un’idea univoca dei servizi offerti dalle pubbliche amministrazioni, nonché un eccesso di discrezionalità per le amministrazioni sulle scelte da intraprendere, che rischiano di compromettere l’opportunità di incentivare l’innovazione dell’organizzazione del lavoro e di ridurre la possibilità di introdurre strumenti efficaci di conciliazione vita lavoro

(Fonte)

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.