L’intervallo temporale compreso tra il 2022 e il 2023 è stato caratterizzato da un preoccupante aumento dei femminicidi, culminato nell’omicidio di Giulia Cecchettin, rappresentando l’ennesimo tragico episodio di una serie di efferati crimini. Questo studio mira a condurre un’analisi approfondita delle ragioni di tali fenomeni, integrando prospettive criminologiche, sociali, psicologiche e filosofiche.
Le contromisure legislative, incarnate prima nel “Codice Rosso” e successivamente nel “Codice Rosso Rafforzato”, si sono dimostrate insufficienti nell’affrontare il complesso problema dei femminicidi. Pertanto, è imperativo superare l’approccio normativo superficiale e indagare sulle radici profonde di questo fenomeno sociale.
L’indagine si estende oltre il contesto giuridico, esplorando le ragioni psicologiche, psicanalitiche e filosofiche che sottendono a crimini così efferati. La definizione della relazione sentimentale come amore viene sottoposta a un’analisi critica, rifacendosi alle prospettive platoniche sull’etica e la spiritualità dell’amore.
L’evoluzione di queste concezioni nel corso dei secoli, passando dalla fiducia nella bontà umana kantiana alla dialettica del narcisismo ed egoismo nietzschiana, ha influenzato la percezione dell’amore come “voler possedere”. Questa prospettiva ha contribuito a una deviazione mentale, spesso manifestata nei femminicidi.
Il legame tra l’approccio filosofico e le discipline psicologiche emerge chiaramente, evidenziando le ragioni psicologiche sottese a questi crimini. La distorsione dell’idea di possesso sulla donna come diritto reale può condurre a una negazione violenta della privazione di tale possesso attraverso l’atto estremo dell’omicidio. Tuttavia, è imperativo riconoscere che la presenza di patologie psichiatriche non esclude la responsabilità penale, specialmente quando la crudeltà del crimine è evidente.
Le soluzioni proposte non possono limitarsi all’ambito giuridico; un approccio educativo e psichiatrico integrato è essenziale, insieme a una rivalutazione della cultura, del sistema educativo e della promozione del dialogo costruttivo. Il linguaggio dell’amore e il rispetto reciproco devono costituire il fulcro della relazione, superando così l’uso della violenza o l’approccio riduttivo dell’atto sessuale.
In conclusione, la coscienza sociale, la fermezza morale e l’implementazione di un dialogo costruttivo sono cruciali per affrontare il problema complesso e multifattoriale dei femminicidi. Le leggi, sebbene essenziali, devono essere supportate da un solido fondamento etico all’interno della coscienza collettiva, al fine di abbattere il ciclo di violenza e assuefazione che affligge la nostra società.
