ARCHITETTURA: Dal Consiglio Nazionale “Urgente varare la legge sull’Architettura”

Il presidente dell’Ordine nazionale, Francesco Miceli: “Il nuovo governo completi al più presto il percorso avviato dal precedente”

“Quello che vediamo può essere cambiato. Ciò che è utile può essere anche bello”, Francesco Miceli è il presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti. Ieri a Pisa, per partecipare alla tre giorni dell’Ordine degli Architetti, ha confermato la linea della sua comunità rispetto alle sfide della nazione e delle città e la ferma volontà di arrivare, con il nuovo governo, alla approvazione di una legge sull’Architettura.

Una operazione culturale, in pratica, che inizia con una forte attenzione alle giovani generazioni.

“Il progetto Abitare il Paese è nato cinque anni fa per introdurre nei cittadini di domani concetti come bellezza, sostenibilità e inclusione. È molto interessante il modo in cui è stato declinato a Pisa e sono molto orgoglioso del lavoro che ho apprezzato nella mostra. Il messaggio che vogliamo trasmettere è che la bellezza non è un fattore esclusivamente estetico, ma è anche etico, perché ciò che è bello è anche bene e giusto”.

Va in questa linea anche la ratio della Legge sull’Architettura a cui da tempo lavorate.

“Con il nuovo governo vorremmo arrivare alla conclusione del percorso di questa legge il cui testo è stato elaborato con il precedente. L’Italia non può più aspettare a dotarsi di una legge che in Francia, ad esempio, esiste dal 1977”.

Perché è così importante?

“Perché si dice che l’architettura di qualità è un diritto del cittadino, è un valore culturale e incide sulla vita delle persone e sulla salute mentale. Ricordiamoci che lo spazio progettato incide sulla vita e ha un valore educativo. Le nostre città devono essere fatte di architetture di qualità. Tengo a precisare che la legge per l’architettura non è una legge per gli architetti, ma una legge per la società”.

Cambiano le città, i modi di abitare, che ruolo hanno in questo gli architetti?

“Il tema del futuro delle città è di grande rilievo in relazione alle strategie messe in campo dall’Europa su transizione ecologica, energetica e digitale, infrastrutture verdi e culturali, rigenerazione urbana, trasformazioni urbanistiche. Siamo in una fase di pax, dopo anni di supremazia della tecnologia e della scienza sui saperi umanistici. Senza la riunificazione di questi saperi è difficile portare avanti la pacificazione: tecnologia e scienza senza cultura classica e dell’arte non hanno lunga vita e non risolvono i problemi. Va bene la tecnologia ma al centro di questo processo ci deve essere l’uomo. Gli architetti sono la comunità che ha conoscenze tecniche e umanistiche, sono figure strategiche, di cerniera e di collegamento. Credo, dall’altro lato, che gli architetti italiani debbano mettere in discussione alcune certezze del passato nel modo di lavorare e nel coinvolgimento multidisciplinare e nella capacità di coinvolgere altri saperi”.

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.