ARCHITETTURA: Case coi mattoni di canapa e lampade fatte col mais? Se ne parla a Firenze

L’evento su architettura eco sostenibile e bio compatibile organizzato dagli Ordini degli architetti e degli agronomi per il 5 e il 26 maggio alla Palazzina Reale di Santa Maria Novella

case in canapaNiente cemento o calcestruzzo. I mattoni per le case sono realizzati con la canapa, al posto dell’acciaio c’è il bamboo. La vetroresina è sostituita dai derivati del carciofo, mentre gli imballaggi e i pannelli isolanti sono creati con i funghi. Le lampade o le sedie sono invece di plastica biodegradabile, ottenuta dalle barbabietole o dal mais. Non è una specie di utopia edilizia ma la realtà 100% eco-sostenibile e biocompatibile di cui si parlerà ad “Agritettura – Nutrire il cantiere”, l’iniziativa organizzata dalla Commissione DAS (Dibattito architettura sostenibile) dell’Ordine degli architetti di Firenze e dall’Ordine provinciale dei dottori agronomi e forestali, in programma alla Palazzina Reale di Santa Maria Novella i prossimi 5 e 26 maggio a partire dalle 14. Due giornate di studio a confronto con startup, aziende, docenti universitari, ricercatori ed esperti del settore in arrivo dalla Toscana e non solo, per fare il punto sull’impiego dei nuovi materiali per le costruzioni e l’arredamento provenienti dall’agricoltura.

Agli incontri, aperti al pubblico e strutturati in tavole rotonde e relazioni frontali, parteciperanno ad esempio Pierluigi Santoro, Antonio Di Giovanni e Vincenzo Sangiovanni di Funghi Espresso, giovane startup con sede a Firenze che ha iniziato la sua attività coltivando funghi dai fondi di caffè e che ad Agritettura presenterà un innovativo pannello ignifugo ottenuto dal micelio. Presenti, tra gli altri, anche il presidente di Toscanapa Cesare Tofani che illustrerà lo stato attuale della filiera produttiva della canapa nella nostra regione e il suo utilizzo in edilizia, ed esperti dell’impiego delle balle di paglia da costruzione. Senza contare l’imprenditrice sarda Daniela Ducato di Edilana, una delle pioniere dell’abitare “senza petrolio” che l’ha vista realizzare, tra i primi in Italia, prodotti per l’edilizia ad alta tecnologia industriale a partire dalla pura lana di pecora o dalle alghe del mare.

Durante il primo appuntamento, giovedì 5 maggio, si parlerà in particolare di “Antiche nuove risorse”, ovvero di materiali riscoperti come canapa, kenaf, lino, tabacco, la paglia, la terra cruda, il bamboo e altro ancora. La seconda giornata, che si svolgerà giovedì 26 maggio e avrà il titolo “Chi ri-cerca trova”, si concentrerà sui prodotti più innovativi, dai biopolimeri al micelio, analizzati dal punto di vista tecnico, normativo e produttivo.

“Il filo rosso, in entrambi i casi – dicono i presidenti di architetti e agronomi Egidio Raimondi e Paolo Gandi – è la consapevolezza che serve una nuova alleanza tra agricoltura e architettura per incentivare l’edilizia sostenibile. Un tema quanto mai urgente se si considera che oltre il 40% dell’energia prodotta in Europa viene utilizzato in edilizia e che il settore produce da solo il 50% dell’inquinamento atmosferico e il 70% dei rifiuti. Le nuove prospettive per l’agricoltura sono ancora tutte da esplorare anche in Toscana, un’opportunità per rendere i terreni marginali o non idonei all’agroalimentare la nuova ‘fabbrica’ per i materiali bio-ecologici da impiegare nelle costruzioni”. In questo modo, secondo architetti e agronomi, non solo si contribuirebbe ulteriormente al presidio del territorio rurale da parte dell’uomo, antidoto al dissesto, ma si avrebbero anche ricadute notevoli sull’economia e l’occupazione locale. “Le potenzialità del settore sono enormi – dicono Raimondi e Gandi -. Basti pensare che al momento sono già oltre 30mila in Toscana i lavoratori con competenze ‘green’ nel settore manifatturiero e nei servizi”.

(FONTE: repubblica.it)

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