Expo 2015, il padiglione del Belgio a basso impatto ambientale

Sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica e identità nazionale sono gli assi tematici portanti del Padiglione del Belgio a Expo 2015 Milano, appena inaugurato. Un’architettura che punta fortemente l’accento sulla sostenibilità e che si propone come nuovo modello di pianificazione urbana.

Progettato dallo studio di architettura Patrick Genard & Asociados, in collaborazione con l’architetto Marc Belderbos e l’impresa edile Besix – Vanhout, il Padiglione del Belgio è un modello ridotto di una soluzione di pianificazione urbana. Lo spazio si interroga contemporaneamente sull’andamento dello sviluppo territoriale, la crescita demografica, ma anche la diminuzione delle risorse naturali.

L’ingresso del padiglione rievoca l’architettura agricola e orticola belga, nel primo edificio le forme alludono alla fattoria tradizionale e anche la vetrata geodetica richiama le grandi Serre Reali di Laeken.
La disposizione stessa del padiglione belga  non è stata lasciata al caso: la sua stessa posizione nel paesaggio dell’Expo Milano è stata pensata come un trait d’union tra due tradizioni agricole vicine, quella belga e quella milanese, simbolizzata dalla Cascina Triulza, una fattoria tradizionale.
I materiali utilizzati per la costruzione del padiglione sono stati scelti con cura allo scopo di non lasciare tracce sul sito. Si tratta infatti di materiali naturali, facilmente riciclabili, isolanti, modulari per essere agevolmente smontati. Una parte del padiglione, soprattutto le fondamenta e il pianoterra saranno realizzati con materiali da cantiere che possono essere noleggiati.
All’interno del padiglione, tra esperienze interattive legate al cioccolato e alla birra, sono esposti e sperimentati i più innovativi ritrovati scientifici e tecnici atti ad affrontare la sfida alimentare, come i metodi alternativi di produzione alimentare, l’acquaponica,l’idroponica, la coltura d’insetti e alghe.
 

In linea con l’ecosostenibilità dei materiali utilizzati per la parte esterna, anche le tecnologie impiantistiche impiegate permettono al padiglione di essere autonomo dal punto di vista energetico.

Compatto e ben orientato, il padiglione presenta un rapporto superficie / volume ridotto che consente di contenere la richiesta di riscaldamento. Inoltre il rapporto vantaggioso tra pieno e vuoto,  l’ingresso della luce solare, la qualità dell’isolamento e la strategia diventilazione adattata e calcolata in base alla tecnica dei pozzi canadesi permettono di ottimizzare al meglio la gestione energetica.

L’utilizzo dell’acqua del Canale, messa a disposizione dall’Expo, per alimentare le pompe di calore dell’edificio garantisce da solo un risparmio sul consumo energetico pari a circa l’80%. Secondo lo stesso criterio, l’edificio integra fonti di energia sostenibili e rinnovabili, come l’energia solare prodotta con pannelli fotovoltaici integrati nei pannelli di vetro della copertura o l’energia elettrica prodotta dalla pala eolica attigua all’edificio.
Anche limitare il consumo idrico dell’edificio è un modo per inserire il padiglione in una pratica ecosostenibile. Per realizzare questo obiettivo, il consumo deve essere innanzitutto limitato grazie all’utilizzo di dispositivi che consentono di economizzare il flusso idrico. Ma è anche attraverso il recupero delle acque grigie che si riduce il consumo, come nel caso delle docce e dei servizi igienici del padiglione. Infine, una centrale di decantazione naturale attraverso un bacino svolge la funzione di trattare le acque grigie generate dal padiglione.
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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.