Genova, inchiesta Ponte Morandi. Autostrade: «Eseguiti tutti i lavori, il Ministero era informato»

«Le opere non avevano problemi». Atlantia perde l’8% in Borsa

Di nuovo nella bufera, un anno dopo. Ma stavolta Autostrade per l’Italia (Aspi) parte al contrattacco, in particolare sui due ponti che hanno portato agli arresti nell’inchiesta di Genova. Affermando che le due strutture sono sicure e che il ministero delle Infrastrutture, fino a pochi giorni fa guidato da Danilo Toninelli, era stato informato di tutto. «Con riferimento ai viadotti Pecetti e Paolillo — scrive Aspi — confermiamo la sicurezza di tali opere, dove gli interventi di manutenzione sono stati conclusi diversi mesi fa». Non solo.

Controllata da Benetton

La società, controllata dalla famiglia Benetton, scrive di aver «inviato lo scorso 4 dicembre 2018 al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti un report contenente il dettaglio degli interventi manutentivi realizzati e delle verifiche effettuate sui viadotti della rete, tra cui il Pecetti e il Paolillo». Sempre secondo Aspi, «in nessun caso è stato riscontrato alcun problema riguardante la sicurezza di questi e altri viadotti oggetto di indagine, che sono stati verificati anche da altre società specializzate in tale tipo di monitoraggi, oltre che dai competenti uffici ispettivi del ministero». Linguaggio tecnico, come inevitabile. Ma difesa su tutta la linea, anche se l’inchiesta è comunque un duro colpo. Atlantia — la holding che controlla Autostrade per l’Italia — ha perso in Borsa l’8%. E il suo consiglio di amministrazione ha deliberato l’avvio immediato di un audit, da affidare a una società internazionale, per verificare la corretta applicazione delle procedure aziendali da parte di Autostrade per l’Italia, di Spea, la società di ingegneria del gruppo, e anche delle persone coinvolte. Un accertamento che sarà messo a disposizione della magistratura. Ma cosa potrebbe essere successo?

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I tecnici della Spea

Di aiuto può essere la ricostruzione trasmessa dai tecnici della Spea al ministero delle Infrastrutture nel maggio di quest’anno. Su una delle dodici travi del viadotto Pacetti, in Liguria, era stato rilevato un ammaloramento del 18%. Ma poi era emersa un’incongruenza sull’effettiva dimensioni dei cavi: un documento ne indicava una più spessa, e quindi più resistente, un altro documento una più piccola, e quindi meno resistente. Per cautelarsi, nel progetto per l’intervento di manutenzione i tecnici ci si erano basati sull’ipotesi più sfavorevole, che però alla fine si era rivelata inesistente. Sul viadotto Paolillo — in Puglia e di soli 11 metri — era stata invece trovato un problema sulla trave esterna della carreggiata Sud, sotto la corsia d’emergenza. E su quella trave si era intervenuti con un cantiere chiuso a febbraio di quest’anno. Un intervento corretto anche secondo l’ufficio ispettivo del ministero delle Infrastrutture.

Questione politica

Aspetti tecnici a parte, resta la questione politica. E il nodo delle concessioni sul quale l’inchiesta di Genova accende di nuovi i riflettori. Con il governo precedente il pendolo oscillava dalla revoca immediata, inseguita all’inizio dal Movimento 5 Stelle ma poi di fatto abbandonata, all’incertezza totale visto che in 14 mesi non era successo nulla. Con il governo giallorosso, il ministero delle Infrastrutture è passato dal Movimento 5 Stelle al Pd e nel programma di governo si parla esplicitamente di revisione. Non mantenere quella parola sembra davvero difficile. (Fonte)

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.