Il ministero: “Poche mascherine per gli agenti”

Maschere e guanti che scarseggiano, allarme sovraffollamento nelle Questure, un metro e mezzo di distanza per evitare contagi e stop all’addestramento sono alcuni passaggi dell’ultima direttiva del ministero dell’Interno sull’emergenza virus.

Sabato la direzione centrale Sanità del Viminale ha inviato a tutte le forze di polizia la nuova circolare sul Covid-19 «in considerazione della diffusione dell’infezione () in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Lazio».

La prima frase che risalta del documento di cinque pagine in possesso del Giornale, riguarda i guanti e le mascherine, che sono in dotazione per fronteggiare l’emergenza. «Si sottolinea che i dispositivi di protezione individuali, anche in considerazione dell’attuale difficoltà di approvvigionamento degli stessi» saranno distribuiti in maniera selezionata al personale in «immediato contatto con il pubblico». In pratica viene ammessa, nero su bianco, la «difficoltà di approvvigionamento» ovvero di scorte sufficienti. Da questa mattina saranno schierati 300 militari per cinturare i due focolai del virus nella zona di Lodi e Padova assieme a 500 uomini delle forze dell’ordine. L’esercito ha organizzato un ponte aereo da Roma per inviare a Milano e Venezia ulteriore scorte di guanti e mascherine.

I sindacati della polizia hanno sollevato il problema e in risposta il Viminale ha spiegato che «da circa 10 giorni è stato attuato un piano nazionale di distribuzione dei dispositivi di protezione individuale per il personale della Polizia di Stato». Al Giornale risulta che alcune Questure, in prima linea nelle regioni a rischio, non ne hanno abbastanza. In un caso si è dovuto sopperire chiedendo in prestito alla scientifica guanti e mascherine. Dal Viminale assicurano che «ad oggi non c’è poliziotto senza strumenti idonei. Abbiamo guanti e mascherine in quantità sufficiente, ma nessuno può immaginare quanto durerà l’emergenza. Per questo distribuzione e utilizzo devono avvenire in maniera responsabile».

La stessa direttiva del 22 febbraio «raccomanda, nello specifico, negli uffici per il ricevimento del pubblico (immigrazione, passaporti, ecc.) di evitare il sovraffollamento dei locali e assicurare la frequente areazione degli stessi». E ordina di controllare che venga effettuata da parte delle ditte incaricate un’accurata pulizia e disinfezione delle superfici e degli ambienti con comune candeggina.

Un’altra disposizione riguarda la distanza che gli agenti dovrebbero tenere dal pubblico, compresi i migranti, che accedono agli uffici di polizia. «Utilizzare, ove esistenti, gli sportelli con vetro di protezione – si legge a pagina 4 della direttiva – e, comunque, mantenere un’adeguata distanza pari ad almeno 1,5 metri dall’utente». Facile a dirsi, ma più complicato metterlo in pratica. La gravità della situazione è dimostrata dalla richiesta di «non impiegare» nei contatti con il pubblico dipendenti «affetti da patologie croniche o maggiormente suscettibili alle infezioni». E soprattutto la circolare consiglia vivamente di «limitare () le occasioni che comportino condizioni di permanenza di più persone in ambienti circoscritti, quali attività addestrative ed esercitative, convegni, ecc.».

Poi si torna sulle protezioni soprattutto per gli agenti impegnati in strada o nelle stazioni. «Nei servizi di controllo del territorio, quali ad esempio quelli svolti dalla Polizia stradale e ferroviaria, in cui generalmente si verifica il contatto diretto con soggetti non immediatamente identificabili – recita la circolare – il personale operante sarà dotato dei DPI (dispositivi di protezione individuale nda) previsti (guanti e maschere facciali FFP3), che dovranno essere utilizzati nel caso in cui si verifichino concrete condizioni di rischio». La mascherina FFP3 è indicata per il coronavirus, ma servirebbero anche gli occhiali. In diversi casi si è preferito non fare indossare le protezioni a tutti gli agenti e di continuo per evitare che aumenti ancora di più il panico e la psicosi collettiva.

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.