INGEGNERIA: Come prevenire la corrosione delle armature nel calcestruzzo armato

La corrosione delle armature nel calcestruzzo armato può essere ritardata con metodologie progettuali e accorgimenti nella scelta dei materiali e dei loro costituenti

caLa prevenzione della corrosione delle armature e, più in generale, del degrado di tutta una struttura in calcestruzzo armato, inizia in sede di progetto dell’opera, nel momento della concezione e del calcolo strutturale, del disegno dei suoi particolari costruttivi, della scelta dei materiali da utilizzare e delle loro proporzioni ottimali. Si sviluppa, poi, nella fase della sua realizzazione con la preparazione, la messa in opera, la costipazione e la maturazione del calcestruzzo. Continua, infine, per tutta la vita di servizio con il monitoraggio e gli interventi programmati di ispezione e manutenzione.

I metodi preventivi che possono essere applicati, affinché il fenomeno della corrosione sia ritardato, riguardano sostanzialmente due aspetti fondamentali: 1. una progettazione architettonica che eviti, soprattutto, ristagno e penetrazione di acque meteoriche e 2. la scelta di materiali adeguati alla classe di esposizione ambientale e del micro clima dell’elemento strutturale considerato. È possibile, in aggiunta, applicare metodi di protezione durante la vita di servizio della struttura.

Metodi di prevenzione della corrosione del calcestruzzo armato in fase di progetto e realizzazione dell’opera
In merito alle misure di prevenzione riguardanti specificamente la progettazione, la messa in opera e la manutenzione delle strutture, si richiamano, in questa sede, alcune regole pratiche.

In fase di progettazione si dovrà fare attenzione affinché:
• la tipologia dell’opera consenta l’accessibilità, l’ispezione e la facile manutenzione delle strutture portanti;
• lo schema strutturale sia tale da limitare al minimo gli sforzi di trazione nel calcestruzzo, che favoriscono l’innesco della fessurazione per sforzo di trazione e la conseguente penetrazione degli agenti aggressivi, in maniera più veloce;
• il progetto dei dettagli costruttivi debba, con riferimento anche a quelle che saranno le modalità esecutive, evitare geometrie complesse, spigoli vivi, addensamenti di armature; in merito occorre ricordare, ad esempio, che giunti di dilatazione, appoggi e ogni zona di possibile ristagno d’acqua costituiscono punti di discontinuità della struttura e, pertanto, punti di infiltrazione di agenti aggressivi e ossigeno;
• definire la classe di esposizione ambientale dell’opera e, di conseguenza, definire, in particolare, classe di resistenza del calcestruzzo, contenuto minimo di cemento, rapporto acqua/cemento e spessore del copriferro.

In sede di messa in opera occorre adottare tutte le precauzioni necessarie affinché:
• l’impasto del calcestruzzo non subisca modificazioni durante il trasporto o, comunque, prima della messa in opera;
• il getto non subisca segregazione o cattivo costipamento durante la posa in opera;
• la vibrazione del calcestruzzo porti alla massima compattazione possibile;
• gli effettivi spessori di copriferro corrispondano a quelli di progetto (eseguito secondo le direttive delle normative vigenti);
• le condizioni di temperatura e di umidità siano mantenute ottimali per un periodo sufficientemente lungo, al fine di consentire una corretta idratazione del cemento e, quindi, una corretta maturazione del calcestruzzo.

Ovviamente in queste fasi devono essere messi in atto tutti i controlli di accettazione sui materiali necessari per ottenere un prodotto che rispetti i requisiti qualitativi richiesti dalle normative e rispondenti alle prescrizioni progettuali. Le figure coinvolte nella progettazione, e nella realizzazione di una struttura sono molteplici (progettista, confezionatore del calcestruzzo, direttore dei lavori, impresa esecutrice e addetta alla manutenzione, collaudatore), pertanto risultano particolarmente importanti i controlli alla loro interfaccia, cioè dove la responsabilità della qualità del prodotto passa da un soggetto a un altro. La figura sottostante illustra alcuni dettagli costruttivi che la pratica ha rilevato essere causa frequente di insuccessi e propone alcune alternative corrette. Tali accorgimenti progettuali non sono la soluzione definitiva al problema ma danno a essa un contributo significativo, diminuendo i punti di penetrazione degli agenti aggressivi, ritardando, quindi, di fatto, le fasi di innesco e propagazione del fenomeno corrosivo. È sconsigliato, infatti, realizzare sezioni a spigoli vivi, senza gocciolatoi, o drenaggi, sezioni di geometrie complesse, o che comunque, favoriscano l’accumulo di acqua in luogo di favorirne il deflusso. (FONTE: Ingegneri.info)

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.