SCIENZA: La storia dei detriti spaziali in orbita terrestre

Quanto è inquinato lo Spazio vicino? Un’animazione interattiva mostra il progressivo affollamento del nostro angolo di cosmo, dagli anni Cinquanta ad oggi.

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Mentre scriviamo ci sono 20 mila “avanzi” di missioni spaziali, di dimensioni comprese tra quella di una mela e quella di un autobus, in orbita attorno al nostro pianeta. Come ci sono finiti?

Stuart Grey, docente all’University College London e membro delloSpace Geodesy and Navigation Laboratory, ha realizzato un’animazione interattiva per orientarsi nella storia dell’inquinamento celeste, che coincide con quella della “conquista” umana dello Spazio vicino.

LE ORIGINI. Si parte da quel 4 ottobre 1957, giorno del lancio dello Sputnik 1 – primo satellite artificiale inviato dai sovietici in orbita intorno alla Terra  – fino agli anni delle missioni lunari, con i frammenti dei razzi vettori che fanno lievitare a 5.000 il numero di detriti celesti attorno al nostro pianeta.

L’ERA MODERNA. Negli anni ’90, gli astronauti della MIR cominciano lunghe permanenze in orbita e assistono in prima persona ai pericoli delle collisioni tra detriti spaziali. Negli anni 2000, con il boom dei satelliti meteorologici e per le comunicazioni, i frammenti spaziali arrivano a 9.000. Nell’ultimo decennio, test missilistici e collisioni tra satelliti hanno fatto impennare il conto, da aggiornare quotidianamente con nuovi arrivati.

Il progetto fa parte di un calendario dell’avvento della Royal Institution, che svela ogni giorno un diverso progetto legato all’esplorazione spaziale.

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.