SICUREZZA: L’incidente alle Acciaierie Thyssenkrupp 7 dicembre 2007

L’allarme giunge alla Centrale Operativa attorno alle ore 01.30 del 7 dicembre: alla ThyssenKruupp Acciai c’è stato un incendio che ha coinvolto alcuni operai. La Thyssenkrupp confina con la centrale dei Vigili del Fuoco in corso Regina Margherita, in pochi minuti le squadre sono sul posto ed ai loro occhi si presenta una situazione molto grave: il reparto di trattamenti termici, la linea 5, risulta completamente distrutta e sette operai sono stati coinvolti in maniera grave.

Giungono  sul  posto  i  primi  soccorsi  dalla vicina caserma centrale dei Vigili del Fuoco di Corso Regina

Pare che sia traboccato l’olio bollente usato per temperare i laminati. Gli operai hanno cercato in un primo momento di spegnere le fiamme con estintori e una manichetta dell’acqua.

L’acqua però, a contatto con l’idrogeno liquido e l’olio refrigerante, pare abbia provocato una violenta fiammata che ha investito gli operai e distrutto il reparto. Oltre all’ incendio vi sarebbe stata anche una esplosione.

Il pronto intervento di otto squadre dei vigili del fuoco ha evitato che la strage fosse maggiore: le fiamme, infatti, hanno devastato il reparto del trattamento termico, ma non si sono estese all’intero stabilimento.

Il bilancio di vite umane sarà gravissimo: 7 morti. Antonio Schiavone 36 anni, di Envie nel Cuneese, sposato e padre di tre figli di 4 e 6 anni, e di un maschietto nato appena da due mesi è la prima vittima del rogo della Thyssenkrupp; altri 6 operai vengono ricoverati nei vari ospedali cittadini ed a Genova: moriranno nei giorni seguenti per le gravi ustioni riportate nell’incendio.

Bruno Santino, Giuseppe De Masi e Rosario Rodinò, tutti di 26 anni, Roberto Scola di 33 Anni, Angelo Laurino di 34 anni, Rocco Marzo, 54 anni, il più anziano delle vittime.

Due lavoratori intervenuti in soccorso ai compagni feriti, sono stati ustionati, fortunatamente in modo più lieve e lamentano segni di una leggera intossicazione dai fumi. Maurizio Boccuzzi, infine, ha riportato ustioni leggere ad una mano e al volto.

La ThyssenKrupp detiene purtroppo un triste primato: nel 2002 nello stesso stabilimento di Torino si era verificato un grosso incendio: aveva preso fuoco una vasca d’olio e le fiamme erano state domate solo dopo alcuni giorni. Ma in quell’ occasione, fortunatamente, non vi erano state vittime.

Sul sito internet del gruppo tedesco che in Italia ha sede a Terni e a Torino e che opera   nel   campo  della  produzione  e distribuzione degli acciai speciali, c’è un avviso che suona come paradossale. «Prevenire è meglio che spegnere» si legge in una nota pubblicata il 12 luglio 2007. Nel comunicato, si legge del sistema antincendio a disposizione della ThyssenKrupp, sviluppato dopo che nel 2006 lo stabilimento tedesco di Krefeld era stato gravemente danneggiato. L’episodio, scrivono, «dimostra quanto serio sia il rischio di simili eventi all’interno di realtà come le nostre, dove le potenziali cause di incendio sono moltissime: da quelle elettriche (scintille, surriscaldamento di motori ecc.) alle esplosioni, fino alla distrazione umana (classico è l’esempio del mozzicone di sigaretta involontariamente  gettato tra sostanze infiammabili)».

Si illustra così il sofisticato sistema messo a punto per prevenire ogni focolaio e si sottolinea anche l’attività di formazione realizzata per gli operai. «Un brindisi vicino al nuovo laminatoio – raccontano l’ultimo giorno di corso quelli della ThyssenKrupp – ha concluso la giornata, in attesa di prossime occasioni di festa».

Prossime occasioni di festa non ci saranno più nello stabilimento di Torino.

Raccontano i testimoni: «Alla acciaieria in smobilitazione si lavorava sino a sedici ore consecutive». E ancora: «La manutenzione vera e l’attenzione alla sicurezza è cessata con la decisione di chiudere lo stabilimento torinese».

Dopo l’incendio, la desolazione

Peccato che ad ottobre fossero state dirottate da Terni importanti commesse e che lo spaventoso rogo di mercoledì sia scoppiato a causa della rottura di un lungo flessibile contenente olio.

La prima mossa della magistratura è di aver alzato il tiro: la società è stata indagata sotto il profilo della responsabilità amministrativa. Lo consente una legge entrata in vigore a fine agosto 2007 che, oltre ad addossare sanzioni economiche importanti alle aziende «colpevoli», consente ai pm di far scattare misure in via cautelare misure decisamente più pesanti, fino al sequestro degli stabilimenti.

Il procuratore aggiunto di Torino Dott. Raffaele Guariniello, affiancato dai pm Laura Longo e Francesca Traverso, ha impostato il lavoro su due fronti: accertare le responsabilità dell’incendio e prevenirne altri in futuro.  Il  riflesso  dei  primi  accertamenti sulle  condizioni di sicurezza svolti in fabbrica da vigili del fuoco, ispettori dell’Asl e della polizia scientifica .

Ma si vuol andar oltre e fare in fretta  per verificare se «ogni luogo» della grande e obsoleta acciaieria consente di lavorare in sicurezza ai poco meno 200 lavoratori rimasti (nel 2002 erano quattromila). Altrimenti è probabile che scatti il provvedimento più drastico. La procura ha pure chiesto ai servizi ispettivi dell’Asl di fornirle la documentazione sui controlli di questi ultimi anni nello stabilimento.

I testimoni hanno parlato di estintori vuoti o quasi, e a tarda sera era ancora in corso l’accertamento disposto dai pm per verificare quanto dichiarato loro dai lavoratori. Punta di un iceberg di irregolarità che erano evidenti già nel 2002, al tempo dell’incendio domato in tre giorni: allora i vigili del fuoco ritennero che si dovesse investire 1,5 miliardi di euro per rifare l’intero stabilimento.

I  soccorsi sono  stati  immediati  ma non hanno potuto evitare la  tragedia.

Fonte:
Pubblicazione: 07-12-2007,
LA STAMPA, NAZIONALE, pag.3
Sezione: Cronache Italiane
Autore: SAPEGNO PIERANGELO


About Mario Ferraioli 4038 Articles
MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.