Tutto quello che bisogna sapere sugli allevamenti ittici.

L’acquacoltura è un settore in rapida espansione che già oggi fornisce circa il 50% del prodotto consumato nelle nostre tavole. Tra pareri entusiasti e allarmismi, andiamo a scoprire cos’è e come funziona“

La dieta mediterranea, patrimonio mondiale dell’umanità secondo l’Unesco, prevede un consumo di pesce almeno tre volte a settimana. A ragion veduta, visti gli ottimi valori nutritivi che assumiamo durante il consumo. Omega 3, fosforo, selenio, lisina, ottime proteine, etc.

La statistica ci dice che un pesce su 2 che finisce sulle nostre tavole proviene da allevamenti. Ed è difficile farsi un’opinione in merito con le informazioni frammentate che circolano in rete. Per questo motivo il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, in collaborazione con Unioncamere e le Camere di commercio del sud Italia, sta avviando una campagna di comunicazione con lo scopo di informare i consumatori sul tema. In attesa che l’iniziativa prenda il via, abbiamo provato a riassumere in quest’articolo le informazioni essenziali che abbiamo avuto in anteprima.

In primis, perché si ricorre all’acquacoltura? La risposta è davvero semplice. Se il fabbisogno ittico in continua crescita fosse soddisfatto attingendo soltanto dalle risorse naturalmente disponibili in natura, si andrebbero ad alterare equilibri naturali minacciando interi ecosistemi. Mettendo a rischio anche la sopravvivenza di alcune specie. In alcune aree europee, lo sbilanciamento dell’approvvigionamento ittico dalla pesca naturale all’acquacoltura ha permesso di ristabilire e risanare intere aree che per l’eccessivo sfruttamento rischiavano di danneggiarsi irreparabilmente. L’espansione del settore offre anche occupazione aggiuntiva in quei territori in cui la pesca è tra i fattori trainanti dell’economia locale.

Questo rispetto per la natura come si riflette nella qualità del prodotto che finisce nelle nostre pentole? Gli aspetti positivi dell’allevamento sono molteplici, soprattutto in ottica di controllo del prodotto. Avere la possibilità di controllare il pesce dalla nascita al momento in cui diventa la star delle nostre ricette è una possibilità esclusiva di questo metodo, che permette di monitorare e intervenire in ogni momento per garantire un processo qualitativo ottimale. La ricerca e la tecnologia che sono messe a disposizione degli impianti, i test obbligatori scrupolosissimi (la normativa europea in merito a davvero esigente) e la competenza necessaria degli operatori influiscono positivamente sul benessere dell’animale in tutte le fasi dell’allevamento. Il controllo è esteso alla qualità delle acque, i mangimi con cui sono nutriti, i sistemi di allevamento, le pratiche di abbattimento del pesce, di conservazione, di trasporto e di distribuzione. E il tutto è tracciabile e trasparente al consumatore grazie al rigoroso sistema di etichettatura obbligatorio in tutta Europa.

Chiariti gli aspetti sulla sicurezza del prodotto, come influisce l’acquacoltura sul sapore?

Il vantaggio dell’acquacoltura è che offre pesci e molluschi freschissimi e di pezzature utili a uso gastronomico equilibrato. I pesci ed i molluschi allevati hanno 2 caratteristiche: carni morbide e succulente. Questo consente di abbreviare le cotture limitando al contempo l’utilizzo di grassi aggiuntivi in fase di preparazione, a tutto vantaggio dell’esaltazione del sapore naturale del pesce. Inoltre il percorso dall’allevamento alla tavola è sempre più breve.

 

 

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.