ECONOMIA – ASSET russi congelati: un’opportunità sprecata per l’Occidente?ECONOMIA –

A due anni dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’Occidente si trova di fronte a un bivio critico nel suo confronto con Mosca. Nonostante le sanzioni e le azioni militari, il bilancio sul campo appare deludente, con Kyiv che fa fatica a respingere l’aggressione russa. Nel tentativo di colpire economicamente la Russia, gli Stati Uniti e l’Unione europea hanno congelato ingenti riserve finanziarie russe, stimabili a quasi 300 miliardi di euro. Tuttavia, l’uso di tali asset per sostenere l’Ucraina è stato finora limitato da una serie di ostacoli legali e politici.

La presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, ha proposto di utilizzare questi fondi per acquistare attrezzature militari per l’Ucraina, sottolineando l’importanza di un gesto simbolico e pratico per sostenere il paese in difficoltà. Tuttavia, le questioni legali e diplomatiche legate alla confisca e alla redistribuzione di tali asset rimangono irrisolte, alimentando dubbi sulle implicazioni a lungo termine di tale mossa.

Il dibattito è acceso anche negli Stati Uniti, dove è in discussione il Repo Act, un disegno di legge bipartisan che autorizzerebbe il presidente a confiscare i fondi della Banca centrale russa negli Stati Uniti e destinarli all’Ucraina. Tuttavia, tale mossa potrebbe innescare una serie di reazioni avverse e compromettere la stabilità del sistema finanziario globale.

In Europa, i leader sono più cauti nell’affrontare la questione, consapevoli dei rischi e delle incertezze legali e politiche associate alla confisca degli asset russi. Inoltre, l’eventuale adozione di tale misura potrebbe danneggiare l’attrattiva internazionale dell’euro e minare la stabilità finanziaria del continente.

Di fronte all’impasse politico e alle difficoltà pratiche nell’utilizzare gli asset congelati per sostenere l’Ucraina, alcuni suggeriscono di adottare un approccio più aggressivo nei confronti della Russia, trasformando l’economia occidentale in un’economia di guerra. Tuttavia, ciò comporterebbe sfide significative e richiederebbe un impegno politico ed economico senza precedenti da parte dell’Occidente.

Mentre il dibattito su come affrontare la crisi in Ucraina continua, è chiaro che l’Occidente si trova di fronte a scelte difficili e che è necessario trovare soluzioni creative e pragmatiche per sostenere il paese e ristabilire la pace e la stabilità nella regione.

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MARIO FERRAIOLI - Nel '94 fondo lo STUDIO ALBATROS, informatico e consulente aziendale sono autore di un software gestionale per la sicurezza sul lavoro e nei cantieri sviluppato in Intelligenza Artificiale.